ARTICOLI E DOCUMENTI SULL'APOTOLO SAN PAOLO

lunedì 17 novembre 2008

SAN PAOLO: SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI

SAN PAOLO: SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI

1:1 Paolo, Silvano e Timoteo, alla chiesa dei Tessalonicesi, che è in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo,
1:2 grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
1:3 Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com'è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente, e l'amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più;
1:4 in modo che noi stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio, a motivo della vostra costanza e fede in tutte le vostre persecuzioni e nelle afflizioni che sopportate.
1:5 Questa è una prova del giusto giudizio di Dio, perché siate riconosciuti degni del regno di Dio, per il quale anche soffrite.
1:6 Poiché è giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione;
1:7 e a voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza,
1:8 in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù.
1:9 Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza,
1:10 quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi.
1:11 Ed è anche a quel fine che preghiamo continuamente per voi, affinché il nostro Dio vi ritenga degni della vocazione e compia con potenza ogni vostro buon desiderio e l'opera della vostra fede,
1:12 in modo che il nome del nostro Signore Gesù sia glorificato in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
2:1 Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
2:2 di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente.
2:3 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione,
2:4 l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando sé stesso e proclamandosi Dio.
2:5 Non vi ricordate che quand'ero ancora con voi vi dicevo queste cose?
2:6 Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo.
2:7 Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.
2:8 E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta.
2:9 La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi,
2:10 con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.
2:11 Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna;
2:12 affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità ma si sono compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati.
2:13 Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.
2:14 A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
2:15 Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.
2:16 Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza,
2:17 consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola.
3:1 Per il resto, fratelli, pregate per noi perché la parola del Signore si spanda e sia glorificata come lo è tra di voi,
3:2 e perché noi siamo liberati dagli uomini molesti e malvagi, poiché non tutti hanno la fede.
3:3 Ma il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno.
3:4 A vostro riguardo abbiamo questa fiducia nel Signore, che fate e farete le cose che vi ordiniamo.
3:5 Il Signore diriga i vostri cuori all'amore di Dio e alla paziente attesa di Cristo.
3:6 Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi.
3:7 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi;
3:8 né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi.
3:9 Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste.
3:10 Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare.
3:11 Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili.
3:12 Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente.
3:13 Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene.
3:14 E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni.
3:15 Però non consideratelo un nemico, ma ammonitelo come un fratello.
3:16 Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni maniera. Il Signore sia con tutti voi.
3:17 Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo; questo serve di segno in ogni mia lettera; è così che scrivo.
3:18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

--------------------------------------------------------------------------------

da: La Sacra Bibbia "Nuova Riveduta sui testi originali"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra - CH-1211 Ginevra

http://camcris.altervista.org/nt_2tes.html

SAN PAOLO: PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI

SAN PAOLO: PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI

1:1 Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace.
1:2 Noi ringraziamo sempre Dio per voi tutti, nominandovi nelle nostre preghiere,
1:3 ricordandoci continuamente, davanti al nostro Dio e Padre, dell'opera della vostra fede, delle fatiche del vostro amore e della costanza della vostra speranza nel nostro Signore Gesù Cristo.
1:4 Conosciamo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione.
1:5 Infatti il nostro vangelo non vi è stato annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione; infatti sapete come ci siamo comportati fra voi, per il vostro bene.
1:6 Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo,
1:7 tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia.
1:8 Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne;
1:9 perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero,
1:10 e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente.
2:1 Voi stessi, fratelli, sapete che la nostra venuta tra voi non è stata vana;
2:2 anzi, dopo aver prima sofferto e subìto oltraggi, come sapete, a Filippi, trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
2:3 Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno;
2:4 ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.
2:5 Difatti, non abbiamo mai usato un parlare lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia; Dio ne è testimone.
2:6 E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità;
2:7 invece, siamo stati mansueti in mezzo a voi, come una nutrice che cura teneramente i suoi bambini.
2:8 Così, nel nostro grande affetto per voi, eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate diventati cari.
2:9 Perché, fratelli, voi ricordate la nostra fatica e la nostra pena; infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio.
2:10 Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che credete;
2:11 sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli,
2:12 abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
2:13 Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete.
2:14 Infatti, fratelli, voi siete diventati imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea; poiché anche voi avete sofferto da parte dei vostri connazionali le stesse tribolazioni che quelle chiese hanno sofferto da parte dei Giudei,
2:15 i quali hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, e hanno cacciato noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini,
2:16 impedendoci di parlare agli stranieri perché siano salvati. Colmano così senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l'ira finale.
2:17 Quanto a noi, fratelli, privati di voi per breve tempo, di persona ma non di cuore, abbiamo tanto più cercato, con grande desiderio, di vedere il vostro volto.
2:18 Perciò più volte abbiamo voluto, almeno io, Paolo, venire da voi; ma Satana ce lo ha impedito.
2:19 Qual è infatti la nostra speranza, o la nostra gioia, o la corona di cui siamo fieri? Non siete forse voi, davanti al nostro Signore Gesù quand'egli verrà?
2:20 Sì, certo, voi siete il nostro vanto e la nostra gioia.
3:1 Perciò, non potendo più resistere, preferimmo restar soli ad Atene;
3:2 e mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede,
3:3 affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati.
3:4 Perché anche quando eravamo tra di voi, vi preannunciavamo che avremmo dovuto soffrire, come poi è avvenuto, e voi lo sapete.
3:5 Perciò anch'io, non potendo più resistere, mandai a informarmi della vostra fede, temendo che il tentatore vi avesse tentati, e la nostra fatica fosse risultata vana.
3:6 Ma ora Timoteo è ritornato e ci ha recato buone notizie della vostra fede e del vostro amore, e ci ha detto che conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate vederci, come anche noi desideriamo vedere voi.
3:7 Per questa ragione, fratelli, siamo stati consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede, pur fra tutte le nostre angustie e afflizioni;
3:8 perché ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere.
3:9 Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro riguardo, per la gioia che ci date davanti al nostro Dio,
3:10 mentre notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto e di colmare le lacune della vostra fede?
3:11 Ora Dio stesso, nostro Padre, e il nostro Signore Gesù ci appianino la via per venire da voi;
3:12 e quanto a voi, il Signore vi faccia crescere e abbondare in amore gli uni verso gli altri e verso tutti, come anche noi abbondiamo verso di voi,
3:13 per rendere i vostri cuori saldi, irreprensibili in santità davanti a Dio nostro Padre, quando il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi.
4:1 Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.
4:2 Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.
4:3 Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione,
4:4 che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore,
4:5 senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio;
4:6 che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima.
4:7 Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.
4:8 Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito.
4:9 Quanto all'amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri,
4:10 e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell'intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più,
4:11 e a cercare di vivere in pace, di curare i vostri beni e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare,
4:12 affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.
4:13 Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.
4:14 Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.
4:15 Poiché vi diciamo questo fondandoci sulla parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati;
4:16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo;
4:17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.
4:18 Incoraggiatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.
5:1 Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva;
5:2 perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.
5:3 Quando diranno: "Pace e sicurezza", allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.
5:4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro;
5:5 perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.
5:6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri;
5:7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte.
5:8 Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
5:9 Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo,
5:10 il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.
5:11 Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate.
5:12 Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono,
5:13 e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di voi.
5:14 Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti.
5:15 Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti.
5:16 Abbiate sempre gioia;
5:17 non cessate mai di pregare;
5:18 in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
5:19 Non spegnete lo Spirito.
5:20 Non disprezzate le profezie;
5:21 ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene;
5:22 astenetevi da ogni specie di male.
5:23 Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
5:24 Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo.
5:25 Fratelli, pregate per noi.
5:26 Salutate tutti i fratelli con un santo bacio.
5:27 Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa lettera a tutti i fratelli.
5:28 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.



--------------------------------------------------------------------------------

da: La Sacra Bibbia "Nuova Riveduta sui testi originali"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra - CH-1211 Ginevra


http://camcris.altervista.org/nt_1tes.html

domenica 16 novembre 2008

La figura di S.Paolo e la sua teologia

La figura di S.Paolo e la sua teologia



Articolo di Daniele.
Paolo di Tarso

Paolo di Tarso fu uno dei veri fondatori della Chiesa, perché per primo effettuò una riflessione teologica sulla religione stessa. Questo è vero una volta per i cattolici, due per i luterani, infatti il principio "Sola fides, sola gratia, sola scriptura" tanto caro a Lutero è attinente alla visione teologica di San Paolo, che fu ance il primo il dibattito ancora senza soluzione del rapporto fede/ragione. Paolo inizialmente era un ebreo e professava la religione del suo popolo; inoltre era un persecutore dei cristiani, ma sulla via di Damasco, raccontano gli Atti degli Apostoli, Dio lo fece cadere da cavallo, lo rese momentaneamente cieco e gli chiese perché Lo perseguitasse. La tradizione fa risalire a questo episodio la conversione di Paolo, che dal quel momento portò avanti la sua predicazione in tutta l'Asia Minore, Grecia e infine giunse a Roma, dove venne martirizzato nel 64 d.C., nell'ambito delle persecuzione dell'imperatore Nerone. Paolo si deve battere sia contro i giudei, ai quali vuole dimostrare che c'è bisogno di una nuova religione quale quella cristiana, sia contro i pagani, che difficilmente potevano comprendere i nuovi valori del cristianesimo. In particolare la sua visione del cristianesimo era universale (cattolico), quindi egli superò l'antiproselitismo ebraico ammettendo nella comunità cristiana anche i pagani. Quindi non era più necessario che un cristiano fosse stato prima ebreo, come era stato fino ad allora, visto che i pagani non avrebbero avuto questa possibilità, in quanto si nasce ebrei, non lo si può divenire.


Teologia paolina

Il perno fondamentale della teologia paolina si basa sul fatto che la conoscenza avviene per fede, quindi Paolo si presenta già come un teologo e non come un filosofo. Egli infatti ritiene che la filosofia è follia agli occhi di Dio, perché alla fine non permette di capire un altro fondamento della religione cristiana, cioè la croce, essendo impossibile dal punto di vista solamente razionale che il figlio di Dio si sia incarnato e sia morto sulla croce. Paolo la chiama "stultitia crucis", perché è difficile alla luce dei valori tradizionali pagani e giudei spiegarsi la morte in croce, che l'apostolo definisce scandalo per i giudei, perché quello che si proclamava il Messia, figlio di Dio, il Dio onnipotente biblico, finiva la sua vita in un atto di somma impotenza quale la morte in croce, e scandalo per i pagani, che non potevano cerco concepire un Dio - uomo che va a morire come il peggiore dei criminali. Allora come possiamo accettare e comprendere la croce? Per fede, infatti i cristiani non ricercano al modo dei Greci, perché sanno già per fede la verità, ovvero che Gesù Cristo è figlio di Dio. Per spiegare la morte in croce Paolo introduce a categoria teologica della kenosis, ovvero dell'abbassamento che Dio Ha operato di Sé Stesso, spogliandoSsi delle sue prerogative, incarnandoSi in forma umana fino al supplizio in croce, con l'unico scopo di riscattare le Sue creature a seguito del peccato originale. Da qui deriva che la legge fondamentale del cristianesimo è l'amore, perché è lo stesso sentimento che ha spinto Dio a sacrificarsi per le sue creature, fino ad arrivare alla morte in croce, quella più umiliante, ma così facendo ha vinto la morte e le ha salvate. Quindi fra le tre virtù teologali, fede, speranza e carità (amore), l'amore è di gran lunga la più importante. E non capiamo l'amore di Dio (immenso e senza confini, perfetto, a differenza di quello umano) se non attraverso la fede, non con la filosofia, perché razionalmente non ci spiegheremmo perché dobbiamo amare chi ci delude o chi ci odia o chi non ci considera per niente. Ma una volta compreso l'amore per fede, bisogna anche metterlo in pratica, perché la carità è vera se si fa: "Veritatem in caritate facere". Paolo quindi rinnega la possibilità di arrivare alla verità con la filosofia, anche se afferma la possibilità di conoscere Dio anche attraverso il suo creato, nel quale c'è una Sua impronta, ma il cristiano sa soprattutto per fede, a differenza dei Greci.
Paolo è il primo che introduce nella religione cristiana l'idea del dogma, della verità alla quale si crede per fede e non si discute. Dopo di lui pulluleranno le eresie (dal greco, significa scelta), cioè delle correnti di interpretazione diversa del cristianesimo, come ad esempio l'arianesimo, la gnosi, il manicheismo, che verranno poi messe a tacere con concilio di Nicea del 325, nel quale venne affermato il principio del Dio Uno e Trino, negato ad esempio dall'arianesimo, che affermava che Gesù era creato e non generato dal Padre, e pertanto era di diversa natura. Il Credo cristiano, approvato a Nicea, mette ben in chiaro questa cosa: "...Generato e non creato, della stessa sostanza del Padre...".

http://skuola.tiscali.it/filosofia-antica/san-paolo-di-tarso.html

sabato 15 novembre 2008

SAN PAOLO E IL MISTERO DELLA RISURREZIONE

STUDIO BIBLICO

A cura di Giulio Lattes e Martino Gerber

_____________________________

SAN PAOLO E IL MISTERO DELLA RISURREZIONE



"Ecco, io vi svelo un mistero: noi non morremo tutti, ma tutti saremo trasformati, in un attimo, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Squillerà, infatti la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. Perché è necessario che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruzione e che il nostro corpo mortale si rivesta di immortalità. Quando questo corpo corruttibile avrà rivestito l'incorruzione e questo corpo mortale avrà rivestito l'immortalità, allora avrà compimento la parola che fu scritta: "La morte è stata assorbita nella vittoria. O morte, dov'è la tua vittoria?
O morte, dov'è il tuo pungiglione?". Il pungiglione della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge. Ma sia ringraziato Iddio, che ci da la vittoria mediante il Signor nostro Gesù Cristo!" I Corinti 15, 53-57





"Ecco perciò che cosa vi annunziamo sulla parola del Signore: noi, i viventi, i superstiti, alla venuta del Signore, non saremmo separati dai nostri defunti. Poiché il Signore stesso, al segnale dato alla voce dell'Arcangelo e alla tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risorgeranno i morti in Cristo; poi noi, i viventi, i superstiti, assieme ad essi saremo rapiti sulle nubi in cielo verso il Signore. Così saremo sempre con il Signore." I Tessalonicesi 4, 15-17



“Qualcuno domanderà: Come resusciterano i morti? Con quale corpo ritorneranno? Stolto! Quello che tu semini non germina, se prima non muore; quello che tu semini non è il corpo che deve nascere, ma un nudo granello come, ad esempio, un chicco di grano o di qualunque altra semenzaDio poi gli dà il corpo che vuole, a ciascun seme gli dà il corpo che gli conviene.” Corinti I, 15, 35-38



““Il primo uomo, Adamo, fu fatto anima vivente”, il secondo Adamo è spirito vivificante. Ma non è prima ciò che è spirituale, ma bensì ciò che è materiale: lo spirito viene dopo. Il primo uomo, tratto dalla terra. È terrestre; il secondo, invece, è dal cielo. E qual è il terrestre, tali sono i terrestri; e qual è il celeste tali sono i celesti.” Corinti I, 15, 45-48



http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

venerdì 14 novembre 2008

L'INSEGNAMENTO DI SAN PAOLO AI SUOI SEGUACI DI MILETO

STUDIO BIBLICO

L'INSEGNAMENTO DI SAN PAOLO AI SUOI SEGUACI DI MILETO

ATTI DEGLI APOSTOLI: 20, 18-35
20:18 Quando giunsero da lui, disse loro: "Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi,
20:19 servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei;
20:20 e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunziate e insegnate in pubblico e nelle vostre case,
20:21 e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.
20:22 Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.
20:23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.
20:24 Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine [con gioia] la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
20:25 E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia.
20:26 Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti;
20:27 perché non mi sono tirato indietro dall'annunziarvi tutto il consiglio di Dio.
20:28 Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.
20:29 Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;
20:30 e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.
20:31 Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.
20:32 E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati.
20:33 Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno.
20:34 Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.
20:35 In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"".
http://camcris.altervista.org/nt_atti.html
http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

SAN PAOLO: " FATEVI MIEI IMITATORI"

FATEVI MIEI IMITATORI

Fil 3,17- 4,1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi


Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti, ve l’ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra.
La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!

Parola di Dio

http://groups.google.com/group/centro-religione-cristiana?hl=it

PAOLO DIRIGEVA LA CHIESA

PAOLO DIRIGEVA LA CHIESA
(Tt 1,1-9)

Stabilisci presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per chiamare alla fede gli
eletti di Dio e per far conoscere la verità che conduce alla pietà ed è
fondata sulla speranza della vita eterna, promessa fin dai secoli eterni
da quel Dio che non mentisce, e manifestata poi con la sua parola mediante
la predicazione che è stata a me affidata per ordine di Dio, nostro
salvatore, a Tito, mio vero figlio nella fede comune: grazia e pace da Dio
Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare
e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che
ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola
volta, con figli credenti e che non possano essere accusati di
dissolutezza o siano insubordinati.
Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile:
non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido
di guadagno disonesto, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto,
pio, padrone di sé, attaccato alla dottrina sicura, secondo l'insegnamento
trasmesso, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di
confutare coloro che contraddicono.
http://groups.google.com/group/centro-religione-cristiana?hl=it

PAOLO TESTIMONIA LA SUA FEDE IN GESU'

STUDIO BIBLICO

PAOLO TESTIMONIA LA SUA FEDE IN GESU'

ATTI DEGLI APOSTOLI: 22, 1-21


22:1 "Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa".
22:2 Quand'ebbero udito che egli parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse:
22:3 "Io sono un giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi;
22:4 perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne,
22:5 come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani; avute da loro delle lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.
22:6 Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce.
22:7 Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?"
22:8 Io risposi: "Chi sei, Signore?" Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".
22:9 Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava.
22:10 Allora dissi: "Signore, che devo fare?" E il Signore mi disse: "Àlzati, va' a Damasco, e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare".
22:11 E siccome non ci vedevo più a causa del fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e, così, giunsi a Damasco.
22:12 Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza,
22:13 venne da me, e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai.
22:14 Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca.
22:15 Perché tu gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai viste e udite.
22:16 E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome".
22:17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio fui rapito in estasi,
22:18 e vidi Gesù che mi diceva: "Affrèttati, esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza su di me".
22:19 E io dissi: "Signore, essi sanno che io incarceravo e flagellavo nelle sinagoghe quelli che credevano in te;
22:20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di coloro che lo uccidevano".
22:21 Ma egli mi disse: "Va' perché io ti manderò lontano, tra i popoli"".



http://camcris.altervista.org/nt_atti.html

http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it